Asset allocation tattica: cos’è, come funziona e a cosa serve

Il primo passo da compiere quando si vogliono investire i propri risparmi è la definizione di una strategia, per valutare correttamente gli strumenti finanziari e individuare le soluzioni di investimento più adatte alle proprie esigenze. Tra i fattori più importanti da considerare ci sono la gestione del rischio e la diversificazione degli investimenti, attraverso un’adeguata asset allocation.

Si tratta di un processo che permette di capire come distribuire il capitale, puntando su prodotti diversi per minimizzare il rischio e ottimizzare le performance. In particolare, si possono utilizzare tre tipi di approccio principali: asset allocation tattica, strategica o dinamica.

Qui proponiamo un approfondimento specifico sull’asset allocation tattica, per comprendere come funziona questo metodo di analisi e scelta delle asset class, ovvero categorie di strumenti finanziari in linea con i risultati che si vogliono ottenere, con la durata degli investimenti desiderata e con la propensione al rischio che si è disposti ad accettare. 

Asset allocation tattica: definizione e significato

L’asset allocation tattica è un particolare approccio alla distribuzione del capitale in diversi tipi di investimento, il cui significato è appunto la ripartizione delle risorse tra vari elementi. In questo caso le risorse sono il capitale a disposizione, mentre gli elementi sono i prodotti d’investimento. Questi ultimi vengono inquadrati in categorie, chiamate asset class, tipologie d’investimento suddivise in attività reali e attività finanziarie.

Nella categoria di Asset class finanziarie rientrano: azioni, obbligazioni e liquidità; nella categoria di Asset class reali troviamo invece: immobili, metalli preziosi e merci.

Come funziona l’asset allocation tattica

L’approccio dell’asset allocation tattica prevede la scelta degli investimenti in base a un orizzonte temporale di breve termine, per migliorare la gestione del capitale tenendo conto delle dinamiche dei mercati e dei fattori macroeconomici in ogni momento specifico. 

Innanzitutto, quando si vuole investire si organizza il capitale scegliendo soluzioni adatte agli obiettivi da raggiungere, usando l’asset allocation strategica. Questo processo è incentrato sul medio o lungo termine, quindi si individuano gli investimenti giusti in base ai risultati che si vogliono ottenere (ad esempio un reddito extra quando si va in pensione, un capitale aggiuntivo dopo 10 anni, una rendita da dividendi per integrare il reddito da lavoro). In sintesi:

  • con l’asset allocation strategica si definisce la strategia generale;
  • con l’asset allocation tattica si realizzano operazioni di breve termine per sfruttare le opportunità del momento. 

Lo scopo è migliorare le prestazioni degli investimenti, verificando periodicamente se esistono delle possibilità interessanti non valutate dalla strategia principale. 

Asset allocation tattica: la strategia di investimento

Per capire meglio come funziona l’asset allocation tattica vediamo un esempio, con la simulazione di una possibile strategia di investimento. Gli elementi principali da analizzare rimangono sempre gli stessi per ogni processo di asset allocation:

  • livello rischio;
  • rendimento potenziale;
  • durata dell’investimento.

Per quanto riguarda il rischio dell’investimento bisogna considerare diverse tipologie di rischio:

  • i rischi generici legati alla situazione macro. Con la pandemia di Covid-19, ad esempio, a metà marzo del 2020 tutti gli strumenti finanziari sono crollati, come era avvenuto in occasione dei mutui sub-prime nel 2008-2009;
  • i rischi specifici vincolati al tipo di investimento. Ogni prodotto finanziario presenta un rischio specifico, dovuto ad esempio all’affidabilità dell’emittente, alle capacità dei dirigenti, alla qualità dei servizi proposti o alle prospettive future.

Un esempio concreto di asset allocation tattica

Ipotizziamo un’asset allocation strategica con un rischio medio, in cui si sceglie di suddividere un capitale di 10.000 euro in questo modo:

  • 2.000 euro in liquidità (20%);
  • 4.000 euro in obbligazioni (40%);
  • 2.000 euro in azioni (20%);
  • 2.000 euro in altri investimenti a basso rischio (20%).

A questo punto non rimane che selezionare gli investimenti giusti per ogni tipologia, considerando il rapporto rischio/rendimento di ogni asset, quello di ogni categoria e infine dell’intero capitale investito. Dopodiché interviene l’asset allocation tattica, con la quale capire se possono essere effettuati dei cambiamenti in base alla situazione del momento e alla scoperta di nuove opportunità.

Immaginiamo di aver deciso di investire i 2 mila euro previsti per la categoria “altri investimenti a basso rischio” nel peer-to-peer lending, ad esempio nei prestiti tra privati attraverso Soisy, finanziando gli acquisti in più soluzioni dei consumatori che acquistano prodotti sugli e-commerce. In questo modo i privati che non hanno tutti i soldi a disposizione al momento del pagamento, o non vogliono usare i loro risparmi, possono pagare nel tempo l’importo, mentre chi presta i propri soldi riceve in cambio il rimborso del capitale maggiorato da un tasso d’interesse, il quale, al netto delle commissioni e delle tasse, rappresenta il rendimento dell’investimento.

Supponiamo che dopo alcuni mesi i prestiti tra privati diventino più redditizi, ad esempio perché come avvenuto nel 2020 sono aumentati gli acquisti online negli store sul web e gli utenti chiedono spesso questa modalità di pagamento. In questo caso potrebbe essere conveniente sfruttare il trend, modificando il portafoglio in questo modo:

Asset allocation strategica iniziale

  • 2.000 euro in liquidità (20%);
  • 4.000 euro in obbligazioni (40%);
  • 2.000 euro in azioni (20%);
  • 2.000 euro in altri investimenti a basso rischio (20%).

Asset allocation tattica successiva

  • 2.000 euro in liquidità (20%);
  • 3.000 euro in obbligazioni (30%);
  • 1.000 euro in azioni (10%);
  • 4.000 euro in altri investimenti a basso rischio (40%).

Ovviamente si tratta di un esempio e a seconda delle proprie esigenze si potrebbe anche diminuire il capitale destinato alla liquidità, oppure ridurre del 5-7% ogni tipologia di investimento per avere più risorse da investire nel social lending. Inoltre, si potrebbero usare delle somme aggiuntive, ad esempio dei soldi messi da parte con il tempo tramite il proprio reddito da lavoro.

Questo intervento può essere effettuato in ogni momento. Unavolta sfruttate appieno le opportunità, si può tornare all’asset allocation originale definita con l’approccio strategico. Ad ogni modo, il consiglio è quello di non stravolgere mai eccessivamente la gestione del capitale, mantenendo sempre una ripartizione bilanciata e una quota adeguata di liquidità per le emergenze. Queste operazioni devono essere ben pianificate, considerando sempre il rapporto rischio/rendimento dell’intervento in base alle prospettive e ai propri obiettivi di breve, medio e lungo termine.




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